AIDA AI PIEDI DELLE PIRAMIDI: UN MITO CHE DURA DAL 1987
*IL 9 MARZO 2018 DARIO DI VIETRI SARA’ IL PROTAGONISTA DEL PRIMO INSTAGRAM TAKEOVER DI IERI, OGGI, DOMANI, OPERA!*
SEGUITECI SUL NOSTRO ACCOUNT UFFICIALE: https://www.instagram.com/ierioggidomaniopera/
Non è più necessario ormai spiegare quanto sia stato difficile il “parto” di Aida dall’immaginazione di Giuseppe Verdi. Per l’inaugurazione del canale di Suez il Khedivé d’Egitto Ismāʿīl Pascià richiese a Giuseppe Verdi di comporre un inno in occasione dell’inaugurazione di questa grande opera infrastrutturale, tuttavia il compositore bussetano, con la sua consueta coerenza, rifiutó, dicendo al sovrano di non scrivere musica pecr occasioni. Il sovrano egiziano non si scoraggiò, lui che stava cercando di trasformare l’Egitto in un paese europeo (indebitandosi fino al collo), e quindi colse l’occasione della contemporanea apertura del Teatro Reale del Cairo per commissionare la composizione di una nuova opera al grande Peppino. Verdi accetto ma la storia si mise di mezzo: tra il 1869 e il 1870 la tensione tra Francia e Prussia sfocia in una guerra, che rende difficile la realizzazione dell’apparato scenico di Aida, che era in corso a Parigi. Tuttavia il 24 dicembre 1871 Aida va finalmente in scena, anche se il teatro è stato ormai inaugurato due anni prima con un’altra opera verdiana, Rigoletto. Verdi non presenziò alla prima del Cairo e considerò sempre come la prima assoluta di Aida quella scaligera dell’8 febbraio 1872, dove il ruolo del titolo era finalmente assunto dal soprano per cui era stato scritto, Teresa Stolz.
Qualcuno ha scritto che in Aida, come tutte le altre opere di Verdi, la cornice, l’ambientazione, i costumi sono schermi di un tema unico: l’Italia e gli italiani. A ben vedere Verdi ha davvero raccontato il nostro popolo come nessun altro, la passione, l’amarezza, la mancanza di unità, ma soprattutto di unione. Gli ebrei del Nabucco, gli etiopi di Aida, ma anche Rigoletto o Violetta, rispecchiano questi sentimenti. Sbagliamo però ad identificare queste sensazioni negli italiani, dobbiamo individuarle nell’essere umano. Verdi è stato il primo psicanalista della storia.
Tuttavia togliere ad Aida l’Egitto è un’impresa assai ardua: non c’è sicuramente il descrittivismo musicale che ritroviamo nelle pucciniane “Turandot” o “Madama Butterfly”, ma si sente il sole del deserto, la luna, lo scorrere dell’acqua del Nilo, la sabbia che scorre tra le dita di Aida, il cielo stellato che chiude la fatal pietra sopra i due sventurati amanti.
Per questo l’emozione di mettere in scena Aida nei suoi luoghi naturali è sempre stata viva e oggi è di nuovo ardente. Per la prima volta è successo nel 1987, ai piedi delle piramidi grazie alla collaborazione tra Il Cairo e l’allora Ente Lirico Arena di Verona, e i protagonisti Maria Chiara, Gianfranco Cecchele, Placido Domingo, Bruna Baglioni, Silvano Carroli, Bonaldo Giaiotti, Fiorenza Cossotto, Ivo Vinco e tanti altri. Non possiamo non ricordare le due rivali Baglioni/Chiara che lottano, con i mantelli che sventolano come bandiere nella ventosa notte del Sahara, Cecchele che canta la sua Celeste Aida con lo sguardo verso le stelle.
Dal 1994 al 1999 l’incanto si ripete, sia nella cornice del Tempio di Hatschepsut a Luxor, che alle Piramidi di Gyza stavolta con l’organizzazione dell’Opera del Cairo, che mette in gioco le sue maestranze tecniche e artistiche, affiancate dall’Orchestra Sinfonica e dal Coro “Città di Verona”. Grandi mattatori Bonaldo Giaiotti (eccellente Ramfis), Giuseppe Giacomini e Nicola Martinucci stoici Radames, l’ancora una volta ammirevole e focosa Amneris di Bruna Baglioni e ancora illustri artisti quali Aprile Millo, Wilhelmina Ferdandez, Alain Fondary, Leo Nucci, Walter Fraccaro, Alberto Mastromarino, Vladimir Galouzine, Sylvie Valayre, Patrick Fournillier, Anton Guadagno, Giorgio Croci e molti altri ancora.
Dal 2000 ad oggi ( nonostante vari tentativi) non è stato più possibile dar luogo all’evento che aveva preso grande importanza per la cultura ed il turismo Egiziano oltreché per la fama internazionale dell’evento che ospitava i principali artisti lirici del mondo.
Nel 2018 questa magia si ripeterà: tra pochi giorni, l’8 marzo e 9 marzo, Aida e Radames torneranno a cantare nella terra in cui il loro amore si è spento. La regia sarà di Abdalla Saad, storico assistente già nelle mitiche Aide del passato. Sul podio David Crescenzi, direttore italiano, che come molti talenti del nostro paese svolge la sua attività prevalentemente all’estero: al suo attivo un’importante collaborazione con il Teatro dell’Opera del Cairo (di cui dirigerà le masse artistiche anche in questa occasione), in qualità di direttore artistico. Inoltre dal 2002 è Direttore Ospite Principale del Teatro Nazionale di Timisoara (Romania), direttore artistico all’Opera Nazionale Romena di Cluj ( Romania) e direttore ospite principale alla Deutsche Oper Am Rhein di Dusseldorf.
Nelle due Premiere del giorno 8 e 9 marzo si avvicenderanno artisti egiziani quali Iman Moustafa, Jolie Faizy, Reda El Wakil accanto ad altri artisti ospiti di indubbio valore come Carlos Almaguer, che tanto ci aveva impressionato nella sua interpretazione di Amonasro all’Arena di Verona, così verdianamente intensa.
Altra grande protagonista areniana è Sanja Anastasia, Amneris mediterranea nella voce e regalmente furente nel portamento.
Il ruolo del titolo sarà interpretato da Dragana Radaković, vocalità di forte impatto drammatico, mentre Radames è l’italiano Dario Di Vietri, una delle voci più importanti della corda tenorile nostrana. Di Vietri sarà anche protagonista del nostro primo Instagram TakeOver, in occasione della recita del 9 marzo, mostrandoci tutto il backstage di questo straordinario evento (Seguiteci sul nostro account Instagram Ufficiale!).
L’Orchestra e il Coro saranno quelli della Cairo Opera House, quest’ultimo diretto da Aldo Magnato e Davide Dellisanti. Accanto a loro vi sarà il Coro “A Cappella” diretto da Maya Gvineria.
Francesco Lodola